Martina Carbone
La connessione che ci rende parte di un unico sistema è la bellezza che regala meraviglia. La Terra è la culla per i suoi abitanti e con il suo equilibrio li protegge.
Ogni abitante è nel suo involucro, chi nella sua pelle, chi in un guscio, o al di sotto di una superficie. Osservando da vicino, e talvolta da lontano, la noce che è sul tavolo, o le ali di un’ape su un fiore, o le nostre mani, il mare in superficie, o la terra battuta in un campo, possiamo cogliere un dettaglio, una similitudine: abbiamo tutti un disegno, una texture, sorprendentemente simile.
Il mio progetto per questa edizione Rufa Contest vuole dichiarare questa connessione visiva attraverso un’installazione interattiva, in cui l’utente possa scoprire di avere sulla sua pelle lo stesso disegno di una foglia o della corteccia di un albero, sentendosi parte di una famiglia allargata.
Il passaggio di una persona attiva una proiezione sulla parete e sull’osservatore stesso. Una video proiezione in cui una raccolta di texture viene messa a confronto, immagini che si sovrappongono, dimostrandone la complementarità della forma.
Allego un’immagine di alcune texture raccolte.
The connection makes us part of a single system and It amazes us. Earth is the cradle for its inhabitans and It protects them.
Each inhabitant lives in its casing, in the skin, in the shell, or under a surface. Observing closely, sometimes from afar, the walnut on the table, a bee’s wings on a flower, hands, sea, clay in a field, we can grasp a detail: we all have the same texture.
My Rufa contest project wants to show this visual connection through an interactive installation. Users find out their skin have the same texture as a leaf or a tree bark, feeling part of an extended family.
People’s transition can activate a projection on the wall and on people as well. A video projection in which a texture’s collection is compared, images that overlap, demonstrating the complementarity of the shape.
I am attaching an image of some textures collected.