#15 Particula

Daniela Gentile, Emanuela Mottola

C'è un solo senso che riconosce la bellezza? Abituati a ricondurre il concetto di estetica al mondo del visibile, lo arginiamo ad un unico senso, la vista, limitandoci a cogliere il significante ma non il significato. Riprendendone il suo concetto originario, legato alle sensazioni e non all’attuale identificazione di bellezza come oggetto materico, svalutiamo la componente fisico-visiva a favore di una percettiva-sensoriale comune a tutti: Divina Estetica come energia. Questa, motore di aggregazione di particelle, creatrici delle forme finite che ci circondano, viene mostrata nella sua essenza mediante suoni e luci, elevati a linguaggi universali. Particula, nome latino per indicare la particella, è una scultura interattiva composta da 225 fili di nylon sospesi e illuminati in modo puntiforme. Il fruitore, grazie alla presenza di sensori ad ultrasuoni, plasma la luce modellando la scultura nella sua scomposizione particellare, vivendo un’esperienza sinestetica.


Is there only one sense that identifies beauty?

Accostumed to connect the concept of aestethics to the world of vision, we confine it to a single sense, the sight, limiting ourselves to capture the significance but not the meaning. Recalling its originary concept, bound to sensation and not to the actual identification of beauty as a material object, we devalue the physical-visual component in favor of a perceptive-sensorial one, which is common to all: the Devine Aestethics as Energy. This engine of aggregation of particles, creators of the finite forms that surround us, is shown in its essence through sounds and lights, taken to universal languages. Particula, the Latin name for the particle, is an interactive sculpture composed by 225 nylon threads suspended and dotted light. The user, thanks to the presence of ultrasound sensors, shapes the light creating/modelling the sculpture in its particle decomposition, experiencing a synaesthetic experience.